Magistrati nella bufera. Genesi e nemesi di “Mani pulite”, che si rinnova, a distanza di 30 anni, con accuse all’Ordine giudiziario di fatti gravi ed “uso politico della giustizia a senso unico”. “Mani pulite” 2 (la nemesi) è appena iniziata ed è stata definita “magistropoli”


— A cura di Giuseppe Stella —

 

Mani pulite e genesi dell’espressione

“Mani pulite” applicata alla politica nei primi anni ‘90 fu coniata da Giorgio Amendola, deputato del vecchio PCI, nel 1975. Egli affermò: “ci hanno detto che le nostre mani sono pulite perché non le abbiamo mai messe in pasta”. L’espressione venne ripresa due anni dopo dallo scrittore Claudio Castellacci e nel 1980 dal Capo dello Stato d’allora Sandro Pertini. Ma quel partito le mani pulite non le aveva proprio, anzi…Milioni di rubli russi entravano nelle “casse” di Botteghe Oscure perché il vecchio partito comunista era filosovietico e obbediva all’ex Pcus dell’ex Urss. Lo sanno tutti; e la “Guerra fredda” durata tanti anni in Italia ne è la prova provata.

E ora la nemesi, significato (fonte Wikipedia)

“Nemesi significa distribuzione del Fato, intesa come Giustizia Compensatrice o Riparatrice, o è interpretata come Giustizia Divina. Oggi questo termine si usa anche per intendere una situazione negativa che giunge immediatamente dopo un periodo particolarmente fortunato, sempre come atto predestinato alla compensazione. L’idea che soggiace a questo termine è di un mondo che risponde a una legge di armonia, per cui il bene deve essere compensato dal male in egual misura (e forse viceversa, ndr).

In letteratura e filosofia il termine fu usato anche col significato di sdegno e indignazione da Omero (Odissea) e Aristotele (nell’Etica Nicomachea) e col significato di vendetta/castigo da scrittori come Erodoto, Claudio Eliano (Varia historia) e Plutarco”.

Ecco qua: siamo alla nemesi perché il male della giustizia – rivelatasi ingiusta e di parte, colpì solo il campo politico avverso, cioè quelli che allora avevano in mano le sorti del Paese (il Pentapartito); fu un “colpo di Stato” politico-giudiziario vero e proprio, forse premeditato e attuato con un tempismo incredibile dopo il crollo del “Muro di Berlino”. Ora però si ritorce sui protagonisti giudiziari d’allora, su una parte cioè della magistratura fortemente politicizzata del nostro Paese che, invece di agire con equità e imparzialità, parteggiava e appoggiava le compagini della sinistra-estrema legate al Pci (notoriamente giustizialisti verso gli avversari). Un fatto poi replicato più di una volta e sino ad oggi, che di fatto ha finalità ormai chiare e note, quelle cioè di sottomettere la politica a certa giustizia “malata” e ammantata di autoritarismo. Una specie di continuità, apparentemente legale, dell’azione nefasta delle varie truppe d’assalto alla DEMOCRAZIA degli anni della “Guerra fredda” le cui intenzioni erano quelle di disarcionare con la “rivoluzione” violenta e armata lo Stato di diritto del nostro Paese liberato dagli alleati Anglo-Americani nel 1945 dai tedeschi. La controrivoluzione anti-comunista si è rivelata alla fine vincente grazie ai patrioti italiani della “Gladio bianca”, espressione Nato e dei servizi segreti democratici di Paesi di mezzo mondo che non volevano in alcun modo che l’Italia cadesse in mano ai sovietici tiranni e a dittature rosse similari.

In atto, come spesso ha sostenuto convintamente Trump, c’è una seconda “Guerra fredda” in corso e gli obiettivi sono quelli di contrastare la Russia di Putin e la Cina ancora comunista, Paesi anomali e di fatto ancora barbari, come lo erano un tempo, ai quali si oppongono l’Ue e tutti gli Stati aderenti all’Alleanza Atlantica, compreso il nostro. La destabilizzazione di una giustizia, orientata caparbiamente a sinistra ancora adesso con tanti scheletri nell’armadio sta dunque dando i suoi frutti dal caso Palamara in poi…E qui c’è lo zampino dei nostri Servizi, di quelli Occidentali compresa la Cia degli Usa, ma anche degli altri Paesi nel mondo nostri alleati.

Il Palazzo di Giustizia di Milano, simbolo delle inchieste di “Mani pulite” di circa 30 anni fa e di cui tutti sanno, o almeno dovrebbero,

“fa riferimento a un fascicolo aperto alla Procura di Milano nel 1991 ed allargandosi tratta di indagini portate avanti da altre procure italiane, sempre negli anni ‘90 novanta, che vertevano sulla collusione fra politica e imprenditoria…”.

Dall’impatto di quelle inchieste crollo’ la cosiddetta Prima Repubblica e il Pentapartito con Dc Psi ecc…che fu liquefatto a dovere. Fu un’azione politicamente studiata a tavolino con forze politiche occulte ed eversive? La domanda non ha ancora raccolto risposte provate e documentate, ma ora c’è la nemesi rivelatrice…

La giustizia di oggi, dopo circa 30 anni, guarda ancora a Davigo, un vecchio magistrato protagonista della detta e nota “Mani pulite” d’allora, e si parla di verbali segreti, consegnati a lui, di un “corvo” ma anche di faide del terzo millennio nella magistratura milanese.

Da quel che si apprende il pm Storari  portò al Csm le rivelazioni dell’avvocato Amara (che sta scuotendo i palazzi della giustizia con le sue dichiarazioni), di Luigi Ferrarella e Fiorenza Sarzanini; erano Verbali segreti consegnati a Davigo: tutti documenti giudiziari coperti da segreto, lettere anonime, calunnie ecc…ecc… Lo scandalo, dopo quello di Palamara, coinvolge ovviamente il Csm ed è motivo d’apprensione anche per il Presidente della Repubblica Mattarella che è anche il Presidente a capo della Magistratura, oltre che garante della Costituzione Italiana.

Il clima è rovente, quasi una guerra per bande di tipo giudiziario e i veleni si colgono a piene mani.

Molte Procure sono coinvolte, in primis Milano. Una “Mani pulite” all’incontrario, si direbbe, contro quel Palazzo di giustizia” o è la nemesi di cui detto?

Il Pm Storari un anno fa consegnò quei verbali segreti proprio a Piercamillo Davigo in quel periodo Consigliere del Csm

Non informò i suoi capi, tra i quali Greco, allo “scopo di tutelarsi da essi”. E perché si sarebbe dovuto tutelare? (Cosa c’è realmente sotto?).

Detti verbali del 2019 sono attribuiti a Piero Amara, un avvocato siciliano arrestato nel 2018 perché “ indagato per i depistaggi dell’inchiesta Eni e per vari episodi di corruzione di giudici”, per tali reati patteggiò 2 anni e 8 mesi di pena;

fu coinvolto pure nelle recenti vicende giudiziarie di Luca Palamara, radiato dalla magistratura e accusato “di aver pilotato nomine in cambio di regali e favori”. Detti verbali furono poi mandati con lettere anonime ad alcuni giornali per la pubblicazione.

 

Ma sintetizziamo i fatti:

Si parte da dicembre del 2019: Amara è interrogato a Milano per sapere quali rapporti abbia intrattenuto “con giudici, funzionari di Stato, politici, alti prelati, alti ufficiali delle forze dell’ordine, imprenditori”.Amara rivela nomi di magistrati che gli avrebbero chiesto aiuti per avere promozioni e addirittura fa il nome dell’ex Premier Conte da lui raccomandato nel 2012 e 2013 per ottenere consulenze dal Gruppo “Acqua Marcia Spa” (compenso di 400mila euro).La cosa più sconvolgente è la rivelazione di una presunta loggia occulta denominata “Ungheria” di cui farebbero parte, oltre a lui stesso, molti magistrati e tra questi anche l’ex consigliere del Csm Sebastiano Ardita.

Amara – secondo i magistrati milanesi – è però un teste di dubbia credibilità. Ma la Procura di Brescia è consapevole della situazione perché ne riceve gli atti ancora secretati e violati.

Nella lettera anonima attribuita a Marcella Contraffatto dell’ottobre 2020 e mandata a vari giornali e giornalisti è scritto: “Milano fa finta di niente”. I giornali però informano proprio la Procura di Milano ma i verbali sono nell’ufficio di Davigo (Csm) e non risultano agli atti  procedimenti di alcun tipo.

E i fatti ruotano appunto intorno alla situazione descritta: il Pm Storari sollecitava provvedimenti formali di quella Procura sulle gravi accuse di Amara, in particolare per ciò che riguarda la presunta loggia massonica coperta “Ungheria” e tutti gli altri fatti collegati e scollegati; il Pm ravvisava in quelle dichiarazioni verbalizzate episodi delittuosi gravissimi, se veri, e le indagini a suo avviso si dovevano comunque avviare per accertare il tutto.

Ma il segreto è stato violato o meno se non c’era in corso alcun procedimento giudiziario della Procura milanese, neppure contro ignoti, visto che quelle carte erano state trasmesse a Davigo, ex Consigliere del Csm in qualità di figura Istituzionale?

Greco, chiamato in causa, però non parla…

E qui interviene a questo punto anche  la Cassazione: “su verbali violato segreto” – sostiene.

Per la vicenda Palamara è stata invece avviata di recente un’azione disciplinare contro ben 27 magistrati coinvolti da quel Pm in fatti che non sarebbero chiari ed edificanti.

Insomma la “Mani pulite” della nemesi contro i magistrati della procura di Milano (e/o di altre) starebbe rivelando presunte gravi violazioni dei doveri dei Pm e la diffusione dei verbali potrebbe essere stata suggerita proprio da loro a quella segretaria (ma il tutto è ovviamente da dimostrare con prove certe).

Per questa vicenda intanto indagano tre Procure: Roma, Milano e Perugia anche per reati “ in danno della pubblica amministrazione”.

Qui non si tratta di delegittimare la giustizia, i problemi della magistratura ci sono sempre stati, ci sono e sono grandi quanto un grattacielo: i Pm di certe procure, per fortuna pochi, fanno politica con l’uso della giustizia oppure i loro comportamenti sono specchiati e agiscono in nome della legge e del popolo italiano? Da quel che si è visto con “Mani pulite” 1 degli anni ’90 si è colpito solo e incredibilmente in un’unica direzione: le sinistre e le estreme, che avevano collusioni pericolosissime ed acclarate (tutti sapevano tutto) coi sovietici d’allora, con la lotta armata della “Guerra fredda” 1 condotta da gente per lo meno folle che voleva disarticolare il sistema democratico italiano con attentati e stragi compiuti sistematicamente e quant’altro, non si occupò nessuno. E furono lasciati cadere anche i notevoli e cospicui finanziamenti dell’Ex Urss all’Italia, non certo legittimi e anche occulti, perché nel frattempo fu varata una norma, certamente ispirata dai giustizieri di certa sinistra, che prescriveva fino al crollo del Muro famoso del 1989 quei finanziamenti. Era il soldo (come quei denari dati a Giuda) che Mosca pagava profumatamente ai compagni italiani, loro spie, per sovvertire il nostro Paese e farlo entrare in quelli del patto di “Varsavia” di matrice comunista perché la Russia si allargasse anche in Italia. Queste cose sono parte del libro nero del comunismo e di altri che tanti scrittori hanno denunciato e descritto con abilissima  arguzia e documenti molto ma molto attendibili.

Per concludere: la magistratura non può sottoporre a controllo la politica e ricattarla né può determinare chi e come deve governare il nostro Paese come va facendo da anni. Semmai è la politica che deve avere il primato sulla giustizia e valutare se i magistrati agiscono nell’interesse del Popolo italiano o in quello di partiti politici ancora legati alle paventate e fallite ipotesi rivoluzionarie di Carlo Marx che nei suoi scritti parlava sempre di rivoluzione proletaria e di simili amenità del cosiddetto Socialismo Reale dell’ex Unione Sovietica dei dopo Zar e della famosa rivoluzione comunista d’Ottobre.

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